Oggi, 15 ottobre, è la giornata dedicata al Lutto Perinatale.
Una giornata dedicata a tutti quei genitori che hanno attraversato il cammino difficile della perdita di un figlio per un’ interruzione di gravidanza spontanea, volontaria, morte in utero o morte peripartum. E’ una realtà di cui si è iniziato a parlare soltanto da alcuni anni, cercando di formare operatori sanitari e sensibilizzare l’opinione pubblica. Molto è stato fatto, molto resta ancora da fare.
Perdere un figlio che si è accolto e cresciuto, non poterlo abbracciare, non poterlo nominare, non poterlo conoscere è un’ esperienza di dolore profondo e insopportabile. Fino a pochi anni fa era una realtà che non veniva riconosciuta dai più, il cui dolore era considerato illegittimo e quindi minimizzato, rifiutato. Non esistevano studi, protocolli, percorsi possibili per genitori in lutto. Non esistevano parole per nominarli e per raccontarli.
Questa giornata vuole essere una ricorrenza per unire tutte le persone accomunate da un dolore finora indicibile e abbracciare tutti i bambini nati troppo presto, vuole essere un modo per supportare il ricordo, la condivisione, l’elaborazione di un avvenimento tanto sconvolgente e doloroso.
Non se ne parla abbastanza, è un evento definito raro, eppure la morte in utero riguarda circa tre bambini ogni mille, e ogni giorno in Italia 6 bambini nascono morti e 4 bambini muoiono subito dopo il parto.
Il mancato riconoscimento sociale di questa sofferenza legata al lutto perinatale si traduce in cure mancate per i genitori, assenza di supporto e informazione, e questo è il terreno in cui il dolore, incapace di esprimersi, essere accolto e validato, e infine elaborato, si amplifica sempre di più, generando isolamento e una serie di difficoltà personali e relazionali.
La pressione sulle madri, ancora oggi, è molto forte, ed è ancora molto diffuso il senso di colpa per una gravidanza difficile, per una malattia, per una morte perinatale. Quasi ogni madre resta convinta dentro di sè della sua capacità o incapacità di generare oppure no, se ne accolla la responsabilità, il successo o l’insuccesso che ne deriva. E’ necessario spiegare a queste madri che non ha senso stabilire colpe e meriti, che non è giusto descriversi come sbagliate o rotte: queste donne vanno aiutate a trovare un nuovo linguaggio per raccontarsi e raccontare il proprio dolore.
D’altra parte anche i padri si trovano in una situazione complicata, su di loro viene fatto affidamento per il supporto dovuto alla madre: come se i padri non potessero essere scalfiti da un evento di questo tipo, e non avessero a loro volta bisogno di supporto. A loro si chiede spesso non solo di resistere ma di reagire per sè e per gli altri, e di farlo subito, senza prendersi il tempo di elaborare il proprio dolore.
Oggi, anche alla luce di nuovi studi sul lutto perinatale, appare evidente l’importanza del riconoscimento del lutto e della sua elaborazione. Di importanza fondamentale è la creazione di un rituale. La possibilità di vedere il bambino, stare un po’ di tempo da soli con lui, prevedere un rito funerario e una sepoltura, sono tutte fasi essenziali per affrontare in modo adeguato un evento di questa portata, con il suo carico di dolore, con il suo strappo tra un prima e un dopo che per forza di cose ci sarà sempre. Questo è un percorso necessario per elaborare il lutto, senza questo rituale, questo passaggio, il lutto verrà forse nascosto, ma non sarà veramente elaborato e superato.
C’è una legge specifica che consente, entro le 24 ore dall’evento (che sia un parto o un raschiamento), di richiedere il modulo per effettuare la sepoltura (per qualunque età gestazionale) compilabile da qualsiasi familiare. Anche per questo un’informazione corretta e messa a disposizione dei genitori è un atto di civiltà e umanità dovuti a dei genitori che attraversano una situazione estremamente dolorosa e complicata.
Bibliografia:
Evaluetion of an internationall educational programme for health care professionals on best practice in the management of a perinatal Death: improving perinatal mortality review and outcomes. P. gardiner et al. 2016 BMC pregnancy and childbirth.
Learning from deaths: parent’s active role and engagement in the review of their stillbirth/perinatal Death. D. Bakhbakhi et al. 2017 BMC pregnancy and childbirth.