L’adolescenza è un periodo della vita che si sta espandendo nel tempo, anni fa era un periodo relativamente breve nella vita di ciascuno, e forse anche per questo godeva di poche attenzioni. Era considerata una fase da attraversare più in fretta possibile, facendosi meno male possibile, e approdare così in fretta all’età adulta, rassicurante e apparentemente ordinata, portatrice di equilibrio e saggezza.

Oggi l’adolescenza è molto più ampia, inizia idealmente a 12 anni fino ad arrivare ai 24 anni, ben oltre la maggiore età. Anche per questo non possiamo ignorarla e ‘aspettare che passi in fretta’. Dobbiamo imparare a starci, e farlo nel miglior modo possibile, noi adulti e i ragazzi stessi.

L’adolescenza è, e così dovrebbe essere considerata da ognuno, un periodo ricco di opportunità: le sue caratteristiche tipiche, come il facile entusiasmo, una sorta di ingenuità, la tensione verso il movimento e il pericolo, il desiderio di conoscere e mettersi alla prova, l’insofferenza per ciò che si conosce già e per le regole, la voglia di autonomia, sono tutti aspetti che hanno risvolti potenzialmente pericolosi ma anche enormi possibilità di crescita e conoscenza. Gli adulti ne sono spesso spaventati, e puniscono l’espressione di questi aspetti per tenerli a bada, quando invece, senza temerli, si potrebbe provare a coltivarli e indirizzarli nelle direzioni più adatte per farli fiorire e creare qualcosa di nuovo e di bello.

Questo ci dice Daniel Siegel, psichiatra alla University of California, nel suo libro “La mente adolescente“.

In passato, in molte culture, esistevano riti di passaggio per sancire l’approdo all’età adulta e l’instaurarsi così di nuove relazioni significative una volta effettuato il salto oltre la famiglia di origine, oggi che questo manca, molto spesso, rischiamo di lasciare i nostri ragazzi troppo soli o al contrario troppo invischiati, nel momento in cui devono affrontare questo passaggio all’età adulta. Investire nella creazione di nuove relazioni con adulti di riferimento fuori dalla famiglia dovrebbe essere un primo punto di partenza per ogni società moderna, cioè la possibilità di individuare persone di riferimento che possano e vogliano farsi in qualche modo guida e esempio, persone capaci di valorizzare l’effervescenza adolescenziale minimizzandone i rischi sottesi.

Fin dalla nascita abbiamo bisogno di relazioni significative con adulti di riferimento che sappiano accudirci e garantirci protezione, sostentamento e affetto. Questo bisogno si trasforma nel tempo, ma non viene mai meno. Per tutta la vita abbiamo necessità di qualche figura di attaccamento e di relazioni significative che sappiano darci conforto e ricevere in cambio il nostro, offrendoci e ricevendo un senso di sicurezza e calore per garantirci un’esistenza piena, equilibrata e completa. Siegel spiega questa sensazione necessaria allo sviluppo di ognuno con l’espressione “sentirsi sentiti”: ognuno di noi, e soprattutto ogni adolescente, ha un forte bisogno di sentirsi sentito dall’altro, cioè sentirsi capito, accolto, sentire che l’altro è lì per entrare in sintonia e comprendere insieme senza giudicare o dare consigli o pacche sulla spalla. E’ questo uno dei desideri centrali di ognuno, spesso mascherato da altro: sentirsi sentiti, semplicemente, è questa forse la base di ogni equilibrio e benessere psicologico.   

Questo libro di Siegel si propone di offrirci proprio questo: un possibile percorso per creare, come famiglia, la propria “base sicura” da cui partire per affrontare in modo sereno e consapevole i cambiamenti e le sfide dell’adolescenza dei nostri figli, e percorrere insieme questo viaggio.    

 

La mindsight, la capacità di vedere la mente

Secondo Siegel, questa capacità è di fondamentale importanza, per una crescita armoniosa e completa, implica la capacità di essere empatici e gentili, relazionandosi all’altro con com-passione, intesa nel senso di ‘sentire con l’altro’, sentendone cioè la sofferenza e cercando di alleviarla.

La mindsight comprende tre capacità fondamentali:

  • insight: la capacità di percepire e conoscere a fondo la propria mente, collegando passato, presente e futuro, in modo da creare coerenza, completezza e definire il proprio senso di identità personale.
  •  empatia: la capacità di sentire la vita mentale interiore di un’altra persona, la capacità di immaginarsi ‘nei panni dell’altro’. E’ la via verso la gentilezza e la compassione, e un elemento fondamentale per lo sviluppo dell’intelligenza sociale, cioè la capacità di prevedere le intenzioni e i bisogni dell’altro, permettendoci cos’ di interagire in modo reciproco e soddisfacente.
  • integrazione: la capacità di collegare le diverse parti di un’entità in un tutto unico e coerente. L’integrazione crea coordinazione e equilibrio nel nostro mondo interiore e nelle relazioni con gli altri. Di questo ne ho parlato tempo fa in un altro articolo che puoi leggere qui https://dariatinagli.it/crescere-bambini-felici-dodici-modi-provarci/

Riuscire a percepire la mente di un’altra persona implica la creazione di Mappe nella nostra mente, a partire dalla nostra capacità di comprendere noi stessi. Una mappa è un pattern di attivazione di neuroni che rappresenta qualcosa di diverso da sé come un ricordo, una sensazione o una percezione. La corteccia cerebrale è in grado di creare mappe mentali.  La parte occipitale crea mappe visive, le aree temporali mappe uditive. L’area frontale realizza mappe di eventi passati e possibili eventi futuri. La corteccia prefrontale crea mappe della mente stessa: è grazie a questa mappa che possiamo percepire e immaginare la nostra vita mentale.

La mindsight è la capacità di creare nella nostra mente una mappa di ciò che avviene nella mente di qualcun altro.

 

L’integrazione dell’identità: il MOI

Un aspetto importante da coltivare per non perdere il senso della propria identità senza rinunciare alla connessione indispensabile con l’altro, è espresso da Siegel con l’acronimo MOI, che sta per me e noi, e indica la necessità di sviluppare se stessi senza perdere di vista la relazione con l’altro, cioè l’interconnessione. Ormai, decine di anni di ricerca sulla felicità e sul benessere personale ci dicono chiaramente che questi sono strettamente correlati all’esistenza di relazioni significative con l’altro. Felicità e salute aumentano quando abbiamo relazioni importanti e di valore con altre persone e ci impegniamo per supportare e aiutare gli altri. Dunque, il Sé individuale dovrebbe potersi ampliare e espandere fino a abbracciare e comprendere il Sé interconnesso.

Questo è l’auspicio di Siegel che emerge ed è supportato da molti studi longitudinali: ascoltare davvero i nostri ragazzi, senza paura, accogliere le loro peculiarità tipiche dell’adolescenza e valorizzarle affinché possano fiorire e creare la propria identità, imparando a comprendere sempre meglio se stessi e gli altri, fino a concretizzare il MOI, l’interconnessione tra il proprio Sé e gli altri, per poter vivere in una realtà interconnessa, dove essere in grado di aiutare e supportare l’altro e a propria volta offrire il proprio sostegno.

Il compito di ogni adulto è quello di ricercare il nostro stesso equilibrio, come individuo e come famiglia, offrendo loro un esempio da seguire, oltre che un incoraggiamento costante e la possibilità di essere valorizzati nella propria ricerca di un’identità e di autonomia.

 

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Riferimenti bibliografici:

La mente adolescente, Daniel J. Siegel, ed. Cortina Editore, 2018