Jon Kabat-Zinn è un medico statunitense, direttore della Clinica dello stress presso l’ Università del Massachusetts, autore del libro“Vivere momento per momento” e precursore della Mindfulness. In questo libro ci aiuta a conoscere la pratica della Mindfulness, e i princìpi che la ispirano.

La Mindfulness non è un metodo, la Mindfulness è uno stile di vita che consiste nell’utilizzo di una serie di tecniche e che si può imparare praticandola giorno dopo giorno.

Lo stress di ogni giorno

Lo stress è oggi parte della vita della maggior parte di noi, ogni giorno ingaggiamo una battaglia per fronteggiarlo e andare aventi senza esserne sopraffatti. Ma lo stress non risponde a soluzioni facili o preconfezionate, è parte naturale della nostra vita e spesso è inevitabile.

Qualcuno può cercare di evitarlo, fingendo che non ci sia, altri se ne lasciano sopraffare, altri ancora possono infine provare a gestirlo come possono, spesso con un enorme dispendio di energia.

Evitare un problema, alla lunga, non sarà efficace, prima o poi ci mostrerà il suo lato doloroso, i problemi non si risolvono guardando dall’altra parte, e neppure immergendosi dentro ad essi fino a scomparirvi.

Affrontare i problemi con strategie efficaci è, alla fine, l’unico modo che abbiamo per provare a risolverli.

L’arte di navigare 

Affrontare i problemi in modo efficace, ci dice Kabat-Zinn, è un’arte:

“Un elemento di  quest’arte consiste nell’orientare la nostra vita in modo tale da servirci della pressione generata dal problema stesso per attraversarlo. Proprio come un navigante orienta la vela per utilizzare la pressione del vento. Navigare direttamente controvento è impossibile, navigare soltanto con il vento in poppa ci permette di andare in una sola direzione, quella in cui tira il vento. Ma, se sappiamo orientare la nostra vela ed essere pazienti, spesso arriviamo alla meta che ci siamo prefissi e conserviamo una certa padronanza della nostra rotta”.

Abbracciare la catastrofe

Kabat-Zinn descrive l’esistenza come un’ “intera catastrofe”. 

E’ una definizione data con un certo grado di affetto, con un misto di meraviglia e sgomento, e un desiderio di comprensione.

Il termine catastrofe indica la grande complessità dell’esistenza, con la sua gioia e il suo dolore inestirpabile, con le crisi e le disgrazie, e pure le piccole angherie quotidiane, in un mondo che però non è mai lo stesso, è fluido e cambia di continuo, così come cambiamo noi stessi.

L’idea di Kabat-Zinn è di imparare a ‘abbracciare la catastrofe’, affinché la tempesta non ci annienti, ma ci insegni a vivere, a crescere e a guarire.

La consapevolezza

Alla base di un percorso di Mindfulness c’è la consapevolezza. Per sviluppare consapevolezza occorre una pratica quotidiana. Ognuno di noi possiede questa capacità, quello che serve è coltivare l’attenzione al momento presente.

La consapevolezza è essenzialmente attenzione, ci dice Kabat-Zinn: “è guardare profondamente dentro di sé in uno spirito di autoindagine e autocomprensione”.

Questo richiede impegno e autodisciplina.

I sette pilastri della Mindfulness

Per iniziare a praticare la Mindfulness occorre prima di tutto un atteggiamento adatto verso di essa: coltivare la consapevolezza meditativa implica un processo di apprendimento nuovo, la pratica della consapevolezza richiede che facciamo attenzione e guardiamo le cose così come sono.

Questi atteggiamenti sono alla base della pratica Mindfulness e delle tecniche specifiche che la caratterizzano, e richiedono una applicazione consapevole e deliberata ogni giorno.

Questi sono i sette pilastri da conoscere prima di iniziare una pratica Mindfulness.

Non giudizio

Implica assumere un atteggiamento di testimoni imparziali verso la propria esperienza. Questo richiede rendersi conto del costante flusso di giudizi e reazioni a eventi interni e esterni, che sono automatici e continui, e imparare a distaccarsene. La nostra mente è costantemente impegnata a valutare e giudicare l’esperienza, a etichettarla, a suddividerla in categorie. Questa costante attività giudicante che la mente compie senza sosta ci impedisce di trovare uno stato di pace e benessere.

Riconoscere quando la nostra mente è impegnata in tutto questo, è un primo passo, successivamente sarà utile imparare a sospendere il giudizio e a osservare questo senza tentare di fermarlo né giudicarlo.

Pazienza

La pazienza è una forma di saggezza“, ci dice Kabat-Zinn. Nasce dalla comprensione che ogni cosa ha un suo tempo di crescita e maturazione. Allo stesso modo la pratica Mindfulness ha bisogno di pazienza, di darsi il tempo per crescere e consolidarsi, senza lasciare spazio al giudizio o alla fretta. Pazienza è anche vivere la pratica Mindfulness momento per momento senza la fretta di accedere a un gradino successivo.

Mente del principiante

Vedere le cose così come sono è una grande ricchezza che può regalarci la Mindfulness. Riuscire a sentire la ricchezza del momento presente è la ricchezza della vita intera. Affinché questo sia possibile occorre coltivare ‘la mente del principiante’: una mente disposta a guardare ogni cosa come se la vedesse per la prima volta.

Fiducia

Lo spirito della meditazione è trovare in se stessi la propria guida. Per fare questo occorre concedere a se stessi una vasta fiducia, fidarsi delle proprie sensazioni e percezioni, e lasciare che ci guidino nella pratica e nella conoscenza. E’ al tempo stesso un modo di assumersi la responsabilità, quella verso se stessi e la propria vita.

Non cercare risultati

Nella meditazione, a differenza di ogni altra attività, la via per ottenere risultati è non cercare risultati. Per arrivare a essere pienamente se stessi occorre non fare niente, in modo deliberato, affinché la capacità di vedere le cose per come sono, momento per momento, e la capacità di accettarle, possano svilupparsi dentro di noi, grazie allo spazio che abbiamo liberato affinché potessero sbocciare e fiorire.

Accettazione

L’accettazione è la disponibilità a vedere le cose così come sono. Opporsi a qualcosa che non è come vorremmo che fosse, crea solo un ostacolo al suo naturale percorso e a una possibile evoluzione o miglioramento. Accettazione non è rassegnazione o sopportazione, ma significa creare le condizioni necessarie per una possibile trasformazione.

Lasciare andare

Lasciare andare è una forma di non attaccamento, è l’opposto di trattenere. La nostra mente è spesso impegnata nel trattenere qualcosa che desidera e respingere qualcosa che crea dolore o disagio. Con la meditazione è possibile imparare a lasciare che l’esperienza sia quello che è, e guardarla momento per momento, senza giudizio, lasciandola andare.

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Bibliografia

Vivere momento per momento, di Jon Kabat-Zinn, ed. Tea