Camminare è un atto volontario che assomiglia ai ritmi involontari del corpo, mentre camminiamo, la mente, il corpo e il mondo sono allineati come “tre note che formano un accordo”. Camminare è un modo per essere nel mondo senza essere sopraffatti dal mondo, mentre camminiamo possiamo lasciarci andare ai pensieri senza che questi prendano il sopravvento, il corpo si muove e i pensieri fluiscono. I passi prendono il ritmo dei pensieri e viceversa.

La connessione tra il corpo e la mente nell’atto di camminare è spontanea e continuativa, e questo genera un flusso continuo, uno scambio e un equilibrio tra ciò che facciamo e ciò che pensiamo che sembra capace di darci un senso di appartenenza e connessione con il mondo in cui ci  muoviamo.

Mentre camminiamo pensiamo profondamente e in modo nuovo e divergente a concetti che altrimenti resterebbero nascosti o indecifrabili, e offriamo loro nuovo senso e un posto dove stare. Sono numerosi gli studi di Università autorevoli in merito alla possibilità di stimolare il pensiero durante una camminata quotidiana anche di soli 20 minuti.

Camminare in modo moderato e costante, apporta benefici da un punto di vista medico che sono monitorati in varie occasioni e contesti. Secondo L’OMS, la sedentarietà causa ogni anno nel mondo quasi due milioni di morti. Camminare invece ha una serie di benefici da un punto di vista sia fisico che psicologico.

Walking for Health in Inghilterra è un programma che aiuta a facilitare l’esecuzione di passeggiate settimanali, e coinvolge più di 70.000 escursionisti all’anno. Le persone che avevano da poco vissuto eventi di vita particolarmente stressanti riuscivano a fronteggiare la situazione con un umore migliore, dopo aver preso parte alle passeggiate di gruppo all’aperto.

Nello specifico, camminare stimola la produzione di una sostanza che si chiama Bdnf, un fattore che va a colpire l’ippocampo anteriore, deputato a costruire le cellule chiave per la nostra memoria e le nostre attività cognitive, inoltre i nostri muscoli dopo una camminata mettono in circolo una serie di sostanze tra cui i fattori di crescita vascolare, che passano la barriera emato-encefalica e permettono di costruire nuovi piccoli vasi, i quali portano nutrimento ed energia alle nuove cellule.

In particolare, camminare con regolarità ogni giorno può portare alcuni di questi benefici:

  • la fibra muscolare (irrorata da più sangue) si ossigena e si rinforza. Vengono coinvolti i principali muscoli del corpo, non solo quelli degli arti inferiori ma anche quelli degli arti superiori, permettendo quindi una tonificazione generale;
  • le articolazioni muovendosi in modo naturale, mantengono un elevato grado di elasticità nei tendini e nei legamenti;
  •  il tessuto osseo si mantiene compatto prevenendo rischi di deterioramento precoce dello scheletro;
  •  il cuore: viene stimolato ad accrescere la massa e a diventare più efficiente;
  •  la circolazione sanguigna migliora perché le pareti dei vasi diventano più elastiche ed il sangue scorre incontrando meno resistenza. Questo aiuta a ridurre la pressione sanguigna e il colesterolo (il che è basilare per prevenire problemi cardiaci e rischi di infarti e ictus);
  •  i muscoli annessi alla cassa toracica si rinforzano e permettono un ampliamento dello spazio per i polmoni i quali possono espandersi carichi di ossigeno;
  •  la pianta del piede è un’ampia massa riccamente vascolarizzata che camminando viene compressa e rilassata. Il sangue venoso viene spinto in alto, quello arterioso aspirato in basso. In più, siccome varie zone della pianta del piede corrispondono ad alcuni organi del corpo, ogni passo è un massaggio tonificante e benefico per tutto il corpo;
  •  il sistema nervoso: procura un rilassamento che giova alla mente e rende più lieve la depressione. Fa dormire meglio e aumenta la soddisfazione mentale ed emotiva;
  • grazie alle endorfine e alla serotonina prodotte maggiormente quando i muscoli si attivano, stimola i ritmi cerebrali e contribuisce ad un senso di benessere.

In sanscrito (e in norvegese) camminare significa anche conoscere, l’atto di attraversare qualcosa ne implica la sua conoscenza: queste lingue stabiliscono quindi una caratteristica intrinseca del camminare, cioè l’atto di conoscere mentre si cammina.

Rousseau appunta nelle sue Confessioni: “Non riesco a meditare se non camminando. Appena mi fermo, non penso più, e la testa se ne va in sincronia con i miei piedi”.

Kierkegaard nei suoi Diari scrive che ha composto tutte le sue opere camminando per le strade di Copenaghen: “I pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata”.

 

“All’inizio della nostra vita, quando avevamo imparato da poco a camminare, lo facevamo solo per il gusto di camminare. Camminavamo e scoprivamo ogni istante, via via che gli andavamo incontro. Possiamo reimparare a camminare in quel modo.”

(T. Nhat Hanh)

 

Riferimenti bibliografici:

Storia del camminare, di R. Solnit. Ed. Ponte alle grazie, 2002

Camminare, di E. Kagge. Ed. Einaudi, 2018

Camminare, T. Bernhard. Ed. Adelphi, 1973

Camminare in consapevolezza, T. Nhat Hanh. Ed. Terra nuova, 2017