La gravidanza, il parto e la maternità sono per una donna un periodo di grande trasformazione da ogni punto di vista: il corpo cambia, dentro e fuori, il proprio ruolo si modifica e si amplia, la relazione con il partner (e anche con la famiglia di origine) si trasforma, la vita di ogni giorno è necessariamente sottoposta a una serie di modificazioni e riorganizzazioni non sempre semplici e immediate. Eppure di questi aspetti si parla poco, e poco si fa per aiutare concretamente, passo dopo passo, a realizzarli in modo equilibrato, supportando la mamma, il papà, la nuova famiglia, in questo percorso. Non solo, molto spesso il messaggio che arriva alla neomamma è che sta passando un momento bellissimo, il più bello della sua vita, e l’immediata conseguenza è che deve essere felice, e l’istinto materno farà tutto al posto suo.

Ma questa non è tutta la verità, non sempre diventare madri significa una pelle più luminosa, un sorriso perenne sulle labbra, canzoncine rassicuranti, luce soffusa e una copertina a coprirci dolcemente in un abbraccio. A volte diventare madre può mostrarsi un’esperienza fatta di buio negli occhi e nel cuore, di lacrime amare trattenute o nascoste, una musica insopportabile nella testa, e un dolore che nessuna copertina potrà cullare. Questa sensazione potrebbe durare più di un po’, soprattutto se intorno alla mamma c’è un mondo fatto di sorrisi e frasi in superficie che non le permettono di dire e capire davvero come si sente, di trovare il coraggio di dire: sono stanca, ho bisogno di una doccia, di una cena con le amiche, di dormire, di un giro dall’estetista, di una cena pronta, di qualcuno che stiri al posto mio, di un week end con mio marito, di una sorpresa leggera.

Almeno una donna su dieci soffre di depressione postnatale. La maggior parte delle donne sviluppa i sintomi durante i primi tre mesi dal parto, ma potrebbe accadere anche tra il sesto e l’ottavo mese. La depressione postpartum si differenzia dal maternity-blues per l’intensità e la durata dei sintomi, il maternity blues infatti è un lieve disturbo emozionale transitorio di cui soffrono più della metà delle donne nei primi giorni dopo il parto e che si risolve spontaneamente entro una settimana senza particolari conseguenze sulla mamma e sul neonato.

Ciò che differenzia la depressione postpartum da altri tipi di depressione sono le conseguenze a lungo termine che questa può avere: sulla salute mentale materna, sulla relazione madre bambino, sullo sviluppo del bambino e sulla relazione di coppia. Per questo è così importante dare supporto a queste mamme, prima di tutto facendo attenzione ai possibili fattori di rischio, infatti, molti fattori psicosociali possono influire sull’insorgenza della depressione postnatale:

eventi stressanti
difficoltà familiari o di coppia
percezione di ricevere un sostegno sociale inadeguato
fattori di personalità, atteggiamenti e abilità
umore depresso o ansioso in gravidanza
storia personale o familiare di depressione
temperamento del bambino e difficoltà madre-bambino
esperienze infantili
aspettative sociali rispetto alle gioie della maternità

Secondo gli studi condotti da John Cox (1996) la depressione postnatale non può essere considerata un fattore culturale: essa è presente in molte culture diverse, ciò che cambia è, probabilmente, il modo in cui questa viene espressa a seconda della cultura di appartenenza. Cox descrive la nascita come un evento significativo che modifica in modo permanente la vita di una donna aumentandone la responsabilità. Questo passaggio è sancito in molte culture da rituali sociali che assicurano alla donna sostegno sociale, rinforzano l’autostima e valorizzando il ruolo di madre in questa fase di cambiamento della vita. Questi rituali però sono oggi praticamente scomparsi nella cultura occidentale, e Cox ipotizza che l’alto numero di casi di depressione postnatale sia da attribuire anche a questo aspetto.

Non basta, non solo il supporto sociale dei riti e del gruppo sono venuti meno, ma con l’imporsi di internet e dei social network, direi che si sono ribaltati: oggi una mamma che si trovi a cercare on-line informazioni e confronto, può scoprire una realtà destabilizzante: profili social di madri in super forma a due giorni dal parto, donne in carriera che allattano in tailleur e tacchi a spillo mentre rispondono al telefono, attrici, cantanti e donne vip in genere che esaltano il proprio essere madre a tutto tondo senza aver rinunciato a niente. Un elogio della maternità fasullo, stucchevole, bugiardo, una rincorsa a un perfezionismo (dentro e fuori) e un’ostentazione di una felicità e una vita patinata sinceramente inverosimili. Lo specchio di ciò che troppo spesso la società di oggi ci chiede e cerca di imporci, di un mondo del lavoro che certo non aiuta le madri a vivere pienamente la maternità, di un supporto sociale spesso labile e frammentato, mai garantito del tutto.

Tuttavia, da qualche tempo si sono fatte strada molte mamme blogger un po’ in controtendenza, che hanno cercato di esprimere le difficoltà, le paure e le incertezze dell’essere madri: spesso lo hanno fatto con una buona dose di autoironia, hanno scritto brani assai divertenti, ironici, talvolta provocatori, sulla propria maternità e gli alti e i bassi di una famiglia in divenire. Hanno avuto successo e il grande merito di portare alla luce un argomento misconosciuto e evitato da molti. Tuttavia, io credo, il taglio autoironico e leggero, sebbene molto utile per farsi leggere con piacere e diffondersi, potrebbe non essere così adatto per aiutare certe mamme che, talmente avvolte nel loro dolore, non sono capaci di una tale autoironia o leggerezza, e anzi, potrebbero sentirsi ancora più inadeguate o fuori posto.

Anche per questo ho molto apprezzato la scelta di Valentina Colmi  di raccontare la propria storia di mamma che ha sofferto di depressione postpartum. Perché ‘la malattia può essere un motivo di rinascita e di riscoperta, non è solo un momento negativo‘, racconta ora Valentina, che ha voluto rivolgersi alle mamme che hanno passato o stanno passando dei momenti difficili per dire loro che non sono sole, e ha così creato il sito www.post-partum.it come luogo di informazione accurata e condivisione sincera, senza filtri, senza incertezza. Un luogo virtuale per fare rete e sentirsi meno ‘strane’, ‘diverse’, meno sole.

Un’iniziativa recente e a mio avviso interessante, è la campagna social #speachthesecret , disegnata da una fumettista americana, Molly McIntyre, e creata da Karen Kleiman, un’assistente sociale clinica, autrice di molti libri sul tema (uno è anche qui sotto nella bio) e impegnata presso il Post Partum Stress Center in Pennsylvania. Questa campagna mira a sensibilizzare sulla depressione postpartum e aiutare le mamme a parlare di come si sentono e di cosa pensano. L’idea comune, dice Kleiman, è che spesso queste madri si sentono isolate e piene di sensi di colpa. Il compito della disegnatrice McIntyre è stato quello di mostrare le parole che queste donne non sanno dire o si vergognano a dire. Dare alle donne la possibilità di rispecchiarsi nei dialoghi di questi fumetti, condividere pensieri taciuti che sembrano spaventosi o vergognosi, è un modo per dare loro la possibilità di ascoltarsi, di farsi ascoltare e infine di accettarsi.

Alcune volte, quando il resto sembra non bastare, il coraggio di rivolgersi a uno psicoterapeuta,  è un primo passo verso la guarigione. L’approccio cognitivo-comportamentale ha dimostrato di essere efficace nel trattamento della depressione postpartum, riuscendo a lavorare sui pensieri disfunzionali tipici del mantenimento del cosiddetto ‘circolo vizioso’ della depressione postpartum.

 

Se pensi di voler iniziare un percorso psicologico per affrontare una situazione per te critica o complessa e ritrovare un maggiore benessere personale
chiamami per un primo colloquio conoscitivo al 338-8317876

 

 

Bibliografia:

Relazioni del Congresso Nazionale Marcè Italia 2018

Depressione postnatale di J. Milgrom, P.R. Martin, L.M. Negri, ed. Erickson, 1999

Psicologia clinica perinatale a cura di R. M. Quatraro e P. Grussu, ed. Erickson 2018

Manuale di psicopatologia perinatale a cura di P. Grussu e A. Bramante, ed Erickson2018

Guarire dalla depressione postpartum di K. Kleiman, ed. Erickson 2017

 

Link utili

www.marcesociety.it

www.beyondblue.org.au

www.ifightdepression.com

www.post-partum.it