Educare, dal latino educĕre, letteralmente significa “tirare fuori“. Questo può dirci molto sul ruolo educativo di ogni genitore (o insegnante o allenatore o chiunque esso sia). Ci dice che il compito educativo non consiste nell’impartire una lezione, nello spiegare dove sta il bene o il male, nel riempire di informazioni o nozioni o anche esperienze i nostri bambini. Educare è soprattutto tirare fuori dai bambini ciò che sono e che hanno dentro, quindi significa ascoltarli, accompagnarli alla scoperta di sé, aspettarli, dare loro il tempo di farlo, rispettando il loro tempo e rispettando il loro modo di essere, mettendoci in ascolto, insieme a loro.  Significa imparare a guardarli nella loro complessità, come persone intere, con interesse, curiosità e un profondo rispetto.

Ho letto un libro che ha come idea centrale l’attenzione e il rispetto verso il bambino, ma non solo, da qui parte per considerazioni e studi ampi circa la possibilità di agire sullo sviluppo cerebrale e dunque anche sullo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del bambino , e voglio raccontarlo. Il titolo è un po’ ammiccante: 12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Di solito non mi soffermo su titoli di questo tipo, ma uno degli autori è Daniel Siegel (e l’altra è Tina Payne Bryson), e ho scelto di fidarmi di loro più che del titolo: sono uno psicologo e una pediatra (e entrambi psicoterapeuti) che sanno di cosa parlano.

L’importanza dell’integrazione

Prima ancora delle dodici strategie che ci propongono, è interessante soffermarci sull’impianto di base del libro e del pensiero che viene qui presentato: il nostro cervello viene plasmato prima di tutto dall’esperienza. Nel cervello ci sono cento miliardi di neuroni e infinite connessioni possibili tra essi. Fra i neuroni si attivano continuamente nuovi collegamenti, i quali, nel corso del tempo, portano a un ‘ricablaggio’ delle connessioni cerebrali. Questo significa che il cervello ha la capacità di adattarsi e riadattarsi a nuove esperienze o attraverso nuove possibilità. Ogni esperienza che facciamo può modificare la struttura del nostro cervello. La possibilità più grande che ci viene da questo processo è l’integrazione, cioè il ‘cablaggio e ricablaggio’ di creazione e modificazione delle connessioni cerebrali.

Questo processo di integrazione è ciò che permette ai nostri bambini di svilupparsi in modo coerente riuscendo a valorizzare le proprie potenzialità.

Quando una persona ha un buon livello di integrazione si trova in uno stato di benessere e salute mentale. Secondo Siegel, è proprio questo che definisce la salute mentale, e la spiega con una metafora: “la nostra salute mentale consiste nella capacità di stare nel fiume del benessere”. Immaginiamo un placido fiume in mezzo alla campagna, noi lo stiamo attraversando su una canoa, ci sentiamo in pace, rilassati, a proprio agio, riusciamo a godere del paesaggio intorno e del nostro benessere interiore. Abbiamo una chiara visione di noi stessi e degli altri, ci sentiamo in equilibrio, capaci di flessibilità e adattamento ai possibili cambiamenti. Se durante il viaggio però ci spostiamo troppo verso una sponda possiamo andare incontro al caos, alla confusione, all’incertezza e esserne risucchiati, se andiamo verso l’altra sponda possiamo al contrario ritrovarci in una condizione di eccessiva rigidità, di estremo controllo. La possibilità più adatta è continuare a viaggiare in equilibrio: l’armonia nasce dall’integrazione, quando l’armonia non c’è emergono il caos o la rigidità.

Il libro ci propone quattro possibili tipi di integrazione:

  • integrazione tra emisfero destro e sinistro
  • integrazione tra parte bassa e parte alta del cervello
  • integrazione tra le molteplici parti di sé
  • integrazione tra se stessi e gli altri

Inoltre, per ognuna di queste possibilità ci esemplifica alcune strategie specifiche e concrete per realizzare l’integrazione di volta in volta, ogni giorno, con piccoli accorgimenti.

Integrazione tra emisfero destro e emisfero sinistro

Per poter condurre una vita equilibrata, creativa, ricca di significato, è importante che le due diverse aree del cervello, l’emisfero destro e quello sinistro, lavorino in sinergia. I due emisferi sono uniti tra loro dal corpo calloso, un fascio di fibre nervose che permette la comunicazione tra questi due emisferi notoriamente opposti come funzioni e modalità di lavoro. Quello che possiamo fare è aiutare i nostri bambini a creare una forte integrazione orizzontale in modo che i due emisferi possano collaborare in armonia. In questo modo i nostri bambini potranno ascoltare la propria parte razionale e logica insieme a quella più emotiva, riuscendo a dare a entrambe il giusto valore, potendo così svilupparsi come persone equilibrate, capaci di comprendere se stesse e il mondo. Aiutandoli a integrare queste due parti, potranno crescere valorizzando aspetti diversi ma complementari del proprio modo di pensare, e avranno così una marcia in più per adattarsi a situazioni complesse nell’arco di tutta la loro vita.

Integrazione tra parte bassa e parte alta del cervello

Possiamo osservare il cervello anche attraverso la parte alta e quella bassa che lo compongono. Nella parte bassa, inferiore, alla base, si trova il tronco encefalico e la regione limbica, queste aree sono definite “primitive” perché sono responsabili delle funzioni di base (come respirare o battere le palpebre), di reazioni innate (come la fuga davanti a un pericolo) e delle emozioni intense (come rabbia e paura). Nella parte alta, superiore, si trova la corteccia prefrontale, responsabile di processi mentali più complessi come il pensiero, l’immaginazione, la pianificazione. E’ da qui che derivano caratteristiche complesse come:

  • la capacità di decidere e pianificare con giudizio
  • la capacità di controllare il corpo e le emozioni
  • la comprensione di sé
  • l’empatia
  • la moralità

Il cervello funziona al meglio quando le funzioni della parte superiore e di quella inferiore riescono a operare in modo integrato. Possiamo immaginare una scala che collega le due parti e permette un’influenza reciproca tra esse.

Il piano inferiore è presente e sviluppato fin dalla nascita, invece il piano superiore porta avanti una costante modificazione che va avanti fino circa ai 25 anni. Questo è uno dei motivi per cui, per un bambino, è particolarmente difficile accedere a una efficace integrazione delle due parti, ed è spesso ‘intrappolato’ dall’impulsività del ‘piano di sotto’. E’ importante ricordare questo aspetto per poter avere strategie efficaci per lo sviluppo e l’integrazione di queste due aree.

Integrazione tra le molteplici parti di se stessi

Il benessere psicologico si ottiene riuscendo a conoscere se stessi e il funzionamento della nostra mente.

La ruota della consapevolezza è una possibile rappresentazione della nostra mente e del suo funzionamento: il centro della ruota di una bicicletta rappresenta l’interno della mente, da qui si estendono i raggi verso il cerchione della ruota che rappresenta tutto ciò a cui possiamo prestare attenzione, cioè i pensieri, i sentimenti, i desideri, i ricordi, le percezioni, le sensazioni. La parte centrale della bicicletta è il ‘cervello esecutivo’, la parte che ci permette consapevolezza e un rapporto profondo con noi stessi e con gli altri. Da qui possiamo decidere su quale aspetto concentrarci, quale raggio della bicicletta vogliamo seguire e dove dirigere la nostra attenzione (su quale pensiero, su quale sensazione, su quale emozione).

Da questo esercizio si può partire per realizzare la mindsight (cioè letteralmente la vista della mente), una condizione necessaria per iniziare a comprendere la propria mente e successivamente quella degli altri e accedere a un livello più profondo di consapevolezza.

Integrazione tra sé e gli altri

Il nostro cervello è costantemente influenzato e modificato dall’esperienza e dalle interazioni col mondo e con le altre persone. Negli Anni Novanta, la scoperta dei neuroni specchio, portò alla comprensione di molti aspetti della socialità della mente, in particolare ci rivelò che la semplice osservazione di azioni compiute da altri è in grado di attivare nell’osservatore le stesse aree cerebrali attivate nella persona che sta compiendo l’azione. I neuroni specchio sono considerati alla base dell’empatia e potrebbero contribuire allo sviluppo della mindsight.

In particolare, in un bambino, lo sviluppo della sua capacità di comprendere e prevedere le intenzioni e le azioni dell’altro, dipende dalla qualità delle relazioni di attaccamento che ha sviluppato con le figure adulte che si sono prese cura di lui fin dai primi giorni.

Per concludere

Conoscendo come funziona il nostro cervello possiamo fare molto per favorire uno sviluppo adeguato e funzionale nei nostri bambini, rendendoli consapevoli dei processi che stanno avvenendo, con metodi adatti a ogni fase di sviluppo. Come sostiene Siegel, la salute mentale e dunque il benessere, dipende dalla capacità di essere flessibili e di integrare aspetti diversi del nostro funzionamento cognitivo. Imparare fin da piccoli flessibilità e integrazione con semplici strategie quotidiane, è un regalo prezioso che possiamo fare ai nostri bambini e che potranno portare per sempre con sé.

Nel prossimo articolo su questo blog spiegherò nel dettaglio ogni strategia, in modo concreto e immediato, spunti da applicare ogni giorno fino a farne un’abitudine, una buona abitudine quotidiana.

 

Se stai pensando di intraprendere un percorso di supporto psicologico per te o per il tuo bambino,

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Bibliografia:

12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino, di D.J. Siegel e T. PayneBryson. Raffaello Cortina Editore. 2012.